E’ ormai indiscutibile il ruolo pedagogico e formativo della famiglia nella vita di ciascuno e, in particolare, nella vita di quelle famiglie ove vi è un figlio disabile.
L’avere un figlio disabile permette a molti genitori (spesso le madri) di incontrarsi spesso negli stessi posti, di scambiarsi informazioni, a volte di scaricarsi, ma difficilmente di “so-stare” per raccontarsi, per scoprire l’unicità di ciascuno e percorrere territori inediti, che fanno scoprire loro stessi più capaci, in ogni senso, a pensare ai propri desideri e a quelli possibili dei ragazzi; fargli sperimentare che tocca a loro cercare e trovare ciò che è bene ed è possibile.
E’ ovvio che l’operatore, con questa modalità, ha un ruolo periferico, laterale, di colui che non dice: “io so cosa è bene per te”, ma sostiene, accompagna, orienta, allo scopo che ciascuno dia valore alla sua unicità. Sono oramai molti anni che proponiamo percorsi per genitori, ove ognuno cerca di uscire dal ruolo di genitore e di raccontare se stesso, la sua individualità e la sua unicità.